Anche questo numero di Neve e Valanghe presenta articoli eterogenei ma interessanti, com’è ormai nello stile della nostra Rivista.
Apre il numero l’articolo di Albert Leichtfried che parlando di Meteo Invernale ci descrive in modo molto “comprensibile” quali sono le condizioni meteorologiche ideali che fanno la gioia dei diversi amanti degli sport invernali, sottolineando che una situazione meteo può contemporaneamente essere auspicata dai freerider e maledetta dagli appassionati di arrampicata su cascate di ghiaccio. Il dott. Leichtfried è meteorologo, guida alpina ed esperto alpinista. Quando non è impegnato nella redazione dei suoi numerosi articoli sul meteo invernale, lo si trova direttamente su pareti rocciose e ghiacciate o presso il Servizio Meteorologico del club alpino “Alpenverein”.
Segue un articolo curato da Manuel Genswein sull’Autosoccorso all’interno di una comitiva. E’ paradossale o ragionevole ipotizzare che una guida alpina possa essere travolta da una valanga e salvata proprio dalle persone che sta accompagnando in escursione? Questa tematica è stata approfondita da Manuel Genswein che lo scorso inverno ha cercato di insegnare a “clienti standard”, vale a dire veri e propri principianti, le principali tecniche di autosoccorso ad un compagno di escursione. Il tutto in soli 15 minuti.
I risultati sono stati senz’altro sorprendenti. Ricordiamo che Genswein è un tecnico che opera da oltre un quindicennio nel settore dello sviluppo di apparecchi di soccorso valanghe, delle strategie di ricerca e della relativa formazione in più di 24 paesi diversi.
Gli infaticabili colleghi veneti del Centro Valanghe di Arabba, assieme a ricercatori del CNR di Roma, ci illustrano uno studio relativo al Monitoraggio della copertura nevosa mediante webcam. Nelle aree montane, per il monitoraggio delle coperture nevose vengono utilizzate immagini riprese da fotocamere fisse con frequenza oraria e/o giornaliera. Queste immagini, opportunamente elaborate, possono rappresentare una preziosa fonte di dati ambientali. In questo lavoro vengono presentati i risultati preliminari ottenuti mediante l’utilizzo del software Snow-noSnow, elaborando le immagini riprese in una stazione alpina della rete di monitoraggio dell’ARPAV e nella stazione appenninica di Amatrice (RI) appositamente realizzata dal CNR-IIA.
Ancora, i colleghi dell’ Ufficio neve e valanghe della Regione Autonoma Valle d’Aosta c’illustrano le Nuove problematiche di gestione delle valanghe in Valle d’Aosta. A poco più di 10 anni di distanza dall’evento catastrofico che nel febbraio 1999 causò ingenti danni ed una vittima presso la frazione Dailley di Morgex, la valanga di Lavanchers torna a proporsi come caso esemplare. L’evento del 1 marzo 2010 presenta alcune peculiarità che suscitano nuovi interrogativi nella gestione dei siti valanghivi che interferiscono con i nuclei abitati e le infrastrutture. A fronte di tali sfide, la ricerca scientifica, l’innovazione tecnologica e le strategie di gestione del territorio dovranno evolvere, negli anni a venire, verso soluzioni e scelte innovative.
Molto interessante è anche l’articolo degli attivi colleghi piemontesi (sono molti ed i nomi, anche in questo caso, ve li lascio scoprire sull’articolo stesso) che riguarda il Piano di Protezione Civile per Emergenza Valanghe del Comune di Venaus. In questo Comune il 15 Dicembre 2008 una valanga di medie dimensioni distrusse un’estesa area di bosco, interrompendo un tratto di viabilità della S.S. 25 del Moncenisio e arrestandosi nei canali di scorrimento a circa 200 m da alcune abitazioni sottostanti; i principali danni furono a carico di un bosco di latifoglie, completamente asportato dalla valanga su un’ampiezza di oltre 20 ettari.
Di conseguenza l’Amministrazione comunale ha deliberato di dotarsi di un Piano Emergenza Valanghe (PEV), redatto dal Servizio Protezione Civile della Provincia di Torino, in collaborazione con il Consorzio Forestale di Oulx ed il Dipartimento Sistemi Previsionali di ARPA Piemonte.
Il PEV è stato inserito nel Piano di Protezione Civile ed è volto a salvaguardare la pubblica incolumità degli abitanti di alcune borgate del capoluogo e a garantire la sicurezza di alcuni tratti di viabilità della S.S. 25 del Moncenisio.
Da ultimo, l’amico Roberto Castaldini, Ingegnere libero professionista veronese, ci fa il punto su Barriere Fermaneve omologate, considerazioni sulle barriere fermaneve certificate ed omologate UFAFP/IFSNV e il Decreto Ministeriale Infrastrutture del 14 gennaio 2008 sulle Nuove Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC2008).
Buona lettura ed al prossimo numero.
Dott. Geol. Giovanni Peretti
Il Direttore Responsabile
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