La stagione invernale 2013-2014, sulle Alpi centrali ed orientali, è stata una delle più nevose dal 1930 ad oggi. Anche sul settore occidentale le precipitazioni nevose sono state superiori alla media, anche se non eccezionali. Un’altra caratteristica saliente dell’inverno, sono state le temperature elevate con frequenti episodi di pioggia fino alle quote medio-alte. Nevicate abbondanti e temperature elevate hanno determinato
un’intensa attività valanghiva spontanea. In alcuni settori delle Alpi orientali, per la prima volta dall’entrata in vigore della scala europea del pericolo di valanghe (1993), è stato utilizzato il grado massimo, 5 (molto forte), che esprime una situazione valanghiva estrema. In alcuni casi le valanghe hanno superato i limiti storici documentati con effetti distruttivi su beni e infrastrutture.
I fenomeni di slittamento hanno provocato danni in alcuni casi più gravi di quelli prodotti dalle stesse valanghe. Nella sola provincia di Belluno i danni materiali diretti possono essere stimati in alcuni milioni di euro, mentre i danni indiretti dovuti alla limitazione delle attività turistiche a causa dei prolungati periodi di chiusura delle strade e degli impianti di risalita sono, probabilmente, molto più elevati. I periodi critici si sono prolungati
a lungo, oltre la durata dei singoli episodi nevosi, a causa delle valanghe da slittamento ritardate, fenomeno sempre più diffuso e che sembra ormai essere una delle evidenze dei cambiamenti climatici in atto nel settore nivologico. La stagione invernale 2013-14 ha posto sul tappeto alcune problematiche rilevanti con le quali, in futuro, i Servizi valanghe saranno chiamati a confrontarsi: la difficoltà di comunicare al pubblico e agli organismi di protezione civile le situazioni di pericolo prolungate determinate dalle valanghe da slittamento, l’inadeguatezza, in alcuni casi, degli strumenti di pianificazione (es. CLPV) e la necessità di un loro aggiornamento anche alla luce delle recenti tendenze nivo-climatiche, la necessità di rivedere i criteri progettuali per le opere di difesa dalle valanghe e per i tetti degli edifici, la scarsa efficacia degli interventi di distacco programmato in condizioni nivologiche di questo tipo.
Per queste ragioni, il n. 81 della rivista è stato quasi interamente dedicato all’andamento della stagione invernale. Da parte di tutti gli uffici valanghe è stato fatto uno sforzo straordinario per fornire ai lettori un quadro dell’inverno in tempo quasi reale, quando il ricordo delle nevicate è ancora vivo e i danni sul territorio ancora visibili. Visti i tempi a disposizione, il quadro non sarà certamente esaustivo ma credo che possa fornire interessanti spunti di riflessione.
Anselmo Cagnati
Direttore Responsabile
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