Anche questo numero di Neve e Valanghe presenta articoli eterogenei, com’è ormai nello stile della nostra Rivista.
Apre il numero un interessante articolo di Mariaelena Nicolella ed Elena Turroni del Dipartimento Sistemi Previsionali di ARPA Piemonte. Lo studio effettuato riguarda l’Innevamento nelle Alpi Piemontesi negli ultimi quindici anni e fa particolare riferimento alle condizioni favorevoli alla sciabilità ed alla produzione di neve programmata, prendendo come riferimento i quattro settori geografici alpini della regione (settore Nord, Nord-Ovest, Ovest e Sud), caratterizzabili dal punto di vista geografico e da quello climatico.
Nelle alpi Occidentali italiane (per la verità anche in quelle centrali…) durante la primavera del 2009 fu osservato uno strano fenomeno: la “Neve Collosa”. Studiato da una serie di ricercatori piemontesi e veneti, ne e’ stata determinata l’origine: un elevato contenuto di carbonio organico ed idrocarburi, con un aumento del contenuto rispetto alle concentrazioni medie crostali in alcuni metalli pesanti che hanno indicato che la natura potrebbe essere di origine, almeno parzialmente, antropica (residui di combustione).
Ancora in tema di Cambiamento Climatico, un altro gruppo di ricercatori piemontesi ha effettuato una ricerca statistica sulla Val Maira e ancora studiosi piemontesi, in concorso con la valdostana Fondazione Montagna Sicura di Courmayeur, ci illustrano i contenuti del Progetto SnowRknown, metodologie per lo studio dell’equivalente in acqua alla scala di bacino.
Insomma una constatazione scaturisce spontanea… questi colleghi e ricercatori delle Alpi occidentali italiane, forse partiti un po’ in sordina negli anni ottanta e novanta del secolo scorso nello studio della neve e delle valanghe, ci stanno dando degli importanti contributi: bravi e grazie, continuate così per favore.
Ma ora, in questo numero di Neve e Valanghe, ci spostiamo in Appennino dove un appassionato studioso, il Dott. Massimo Pecci dell’Ente Italiano della Montagna (appassionato alpinista e nostro caro amico e collaboratore) assieme al Geologo Pinuccio D’Aquila ci illustra un modello sperimentale di “suscettibilità” al distacco di valanghe, che porta ad una Zonazione delle aree valanghive, interessante studio condotto nella zona dei Prati di Tivo, noto comprensorio sciistico sul Gran Sasso d’Italia.
Da ultimo, i dottori del Trentino Alto Adige Noldin, Rigon e Dall’Amico con Stefano Endrizzi, del canadese National Hydrology Research Centre, ci illustrano il loro Studio del sistema di drenaggio di un ghiacciaio alpino attraverso il modello idrologico distribuito GEOtop e un modello lineare di deflusso a serbatoi lineari multipli.
Buona lettura ed al prossimo numero.
Dott. Geol. Giovanni Peretti
Il Direttore Responsabile
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