Questo numero della rivista è particolarmente dedicato alla presentazione di dati nivologici raccolti ed elaborati nella stagione invernale 2011-2012 dagli uffici valanghe afferenti ad AINEVA, oltre agli incidenti da valanga occorsi sull’intero territorio montano italiano e nei paesi della CISA-IKAR.
La memoria popolare trasmette alle generazioni i ricordi degli eventi che hanno caratterizzato meteorologicamente e nivologicamente le stagioni invernali del passato, con particolare riguardo alle situazioni valanghive, più o meno eccezionali, che si sono verificate. La rivista “Neve e Valanghe” dell’AINEVA, da quasi un trentennio, raccoglie e pubblica meticolosamente, attraverso la disponibilità di tecnici degli uffici valanghe, dati scientifici certificati secondo le normative vigenti in materia.
La raccolta di questi dati sul terreno si è negli ultimi anni sempre più ampliata ed affinata attraverso l’impiego di nuovi operatori che hanno frequentato un percorso formativo all’interno dell’Associazione, quali Guide Alpine, agenti del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza e Guardie Forestali regionali. Questi svolgono periodicamente analisi e prove di stabilità sul manto nevoso a quote ed esposizioni, di volta in volta diversificate, a seconda delle priorità delle situazioni nivologiche che vanno indagate e che sono di primaria importanza per i previsori degli uffici valanghe.
Anche con l’avvento delle stazioni di rilevamento automatico degli ultimi vent’anni i dati sono cresciuti in modo più che esponenziale, sia nella distribuzione temporale che quella spaziale, permettendo un’elaborazione sempre più attenta e dettagliata della loro evoluzione e quindi anche un approccio statistico finalizzato ad analisi climatologiche.
Sono ipotizzabili scenari futuri?
Forse siamo ancora un po’ lontani dal poter dare un’affermazione positiva, tuttavia se la climatologia offre proiezioni di possibili evoluzioni di parametri meteorologici sulla base di eventi, più o meno ciclici, all’interno di essa possiamo pensare che, in futuro, con ulteriori dati e nuovi supporti informatici, si possano individuare tendenze nivologiche e valangologiche via via sempre più attendibili per le montagne dell’arco alpino.
Alfredo Praolini
Coordinatore di Redazione
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