Anche questo numero di Neve e Valanghe presenta articoli eterogenei, com’è ormai nello stile della nostra Rivista.
Apre il numero la relazione di Stefano Pivot dell’Ufficio Valanghe della Valle d’Aosta che per conto di AINEVA ha partecipato all’annuale Convegno 2007 della CISA-IKAR, la Commissione Internazionale di Soccorso Alpino alla quale l’AINEVA partecipa di diritto nella Sottocommissione Valanghe da ormai circa un ventennio: quest’ultima edizione sì è tenuta in Svizzera, nella bellissima Engadina. Chi scrive ha già avuto modo di sottolineare che ha fatto parte per oltre dieci anni, in rappresentanza di AINEVA, di detto gruppo di lavoro e vi può assicurare che – oltre che essere appassionante – è molto istruttivo e positivo, anche per il fatto di essere
in contatto, intensamente e per più giorni, con molti ricercatori e tecnici di diversa estrazione e di diverse realtà internazionali.
Segue un articolo curato dal collega Fabio Gheser della Provincia Autonoma di Bolzano e scritto con M. Genswein e R. Eide che propone La tecnica di scavo a “v”, un interessante metodo di scavo, nell’ambito dell’Autosoccorso da Valanga, che apre una strada ancora poco percorsa, cercando l’ottimizzazione di questa delicata fase e la massima efficienza in relazione al tempo.
Daniele Bocchiola e Michele Medagliani, del Politecnico di Milano, ci propongono uno studio preliminare condotto allo scopo di valutare alcune proprietà geometriche caratteristiche delle valanghe, tramite l’analisi di dati relativi ad eventi osservati in un’area dell’alta Valtellina, fornendo delle equazioni da utilizzare nella pratica progettuale per la definizione delle geometrie di distacco e per una prima valutazione delle distanze di arresto.
S’intitola semplicemente Caratteri morfologici delle valanghe, ma si rivela molto approfondito.
Molto interessante è anche l’articolo di Andrea Spisni, Paolo Mezzasalma e Fausto Tomei Evoluzione della superficie innevata in Emilia-Romagna tramite dati Modis L1B che descrive l’attività svolta dal Laboratorio di telerilevamento di Arpa Emilia-Romagna nel monitoraggio dell’estensione del manto nevoso tramite analisi di dati telerilevati dal sensore Modis (MOD02 – L1B) montato sui satelliti Terra e Aqua, con un intervento di Dario Bellingeri di ARPA Lombardia che illustra le elaborazioni di immagini Modis per la classificazione del manto nevoso.
I colleghi Davide Rabuffetti e Alessio Salandin, di ARPA Piemonte, ci parlano di “Analisi delle risorse idriche immagazzinate nel manto nevoso nei bacini alpini”. Dopo il fenomeno del lago Effimero sul ghiacciaio del Belvedere nel comune di Macugnaga, ARPA Piemonte ha approfondito le proprie competenze in materia di gestione della risorsa idrica, che è diventata un tema centrale come pure quello degli impatti socio-economici ed ambientali legati al fenomeno della siccità.
Da ultimo Salvatore Martorina ci illustra le proprie ricerche in merito ad un argomento che sta assumendo interesse: la “previsione e monitoraggio del ghiaccio sul manto stradale”. L’Area Previsione e Monitoraggio Ambientale di Arpa Piemonte si è infatti dotata di un insieme di prodotti per il monitoraggio e la previsione della formazione del ghiaccio sulle principali strade statali e provinciali piemontesi e sui tratti autostradali regionali che collegano Torino a Milano e a Piacenza. Ne esce un inedito quadro che potrà risultare di futuro interesse anche per altre amministrazioni.
Buona lettura ed al prossimo numero.
Il Direttore Responsabile
Dott. Geol. Giovanni Peretti
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