Innanzitutto approfitto dello spazio concessomi per esprimere un sincero saluto di benvenuto al nuovo Responsabile Tecnico di AINEVA, il Dott. Igor Chiambretti, che opererà principalmente presso la sede di Trento.
Dinamico geologo di Torino, coordinerà nel prossimo periodo le attività tecniche dell’Associazione.
A lui quindi un augurio di apportare la propria esperienza professionale e le proprie conoscenze ed esperienze per far ulteriormente crescere l’Associazione.
In questo numero di Neve e Valanghe vengono trattati argomenti eterogenei ma interessanti da vari punti di vista.
Dalla presentazione di lavori di ricerca sulla qualità ambientali della neve e sulle caratteristiche fisico-chimiche che essa ha in rapporto all’esposizione, a studi glaciologici o inerenti aspetti legati al catasto delle valanghe.
Tutti con solide basi scientifiche, ma un articolo in particolare vorrei segnalare all’attenzione dei lettori: quello relativo all’influenza ed all’importanza del fattore umano e delle “trappole euristiche” rispetto al Rischio Valanghe articolo – tra l’altro – che vede la firma proprio del sopraccitato nuovo Responsabile Tecnico di AINEVA Igor Chiambretti, oltre che del collega Anselmo Cagnati del Centro Valanghe di Arabba la cui professionalità e le cui capacità tecnico-scientifiche non hanno certo bisogno di presentazione.
“Trappole euristiche”… non siamo ancora troppo a conoscenza di queste cose… provate a chiederne agli amici qualche spiegazione sul significato. Se va bene, glissano con qualche battuta relativa alla crisi economica mondiale…troppo facile, gli euro non c’entrano nulla.
Sinteticamente, per “trappola euristica” si intende una errata valutazione determinata dalla componente di errore umano negli incidenti da valanga, cioè l’approccio degli atteggiamenti psicologici e sociali di fonte alle situazioni di rischio.
Esempi possono essere: “Ci ha già sciato qualcuno, quindi è sicuro”, “Conosco bene questo posto, ci sono venuto molte volte”, “Voglio essere io a fare la prima traccia… ma sta arrivando qualcun altro…”, “E’ troppo tempo che non nevica tanto… mai più avrò questa occasione… sono venuto qui apposta, e tutti lo sanno…”, “ Io sono comunemente giudicato il più forte…. non posso tirarmi indietro proprio ora…”.
Di questi aspetti si parla, nell’ambiente, ma ancora troppo poco.
Nei vari corsi, serate o iniziative di prevenzione molto peso si è sinora dato e si dà agli aspetti “scientifici” del problema. Per carità, va benissimo… grossi sforzi e grossi passi in avanti sono stati fatti in questi ultimi lustri , lo dimostra il fatto che, a fronte di un notevolissimo aumento dei frequentatori della montagna, il numero medio annuale di vittime è rimasto pressochè invariato.
Ed allora ben vengano articoli come questo, forse più “impegnativi” (diciamo, psicologicamente… sia da scrivere che da leggere) di altri che si basano su approfondite conoscenze scientifiche.
Nelle conclusioni si parla dell’Esperienza, che ognuno deve farsi ma, soprattutto, che ognuno deve “volersi fare”… leggetevelo, con attenzione. Gustatevelo.
Infine, vorrei ricordare la risposta che mi dette il grande André Roch, ad una domanda che gli feci durante un’intervista nell’ormai “lontano” 1991. Gli chiesi “André, tu che sei considerato uno dei massimi esperti di neve e valanghe, cosa consiglieresti ad un esperto di neve e valanghe?”, e mi rispose “Gli direi… Esperto… stai attento… che la valanga non sa che tu sei un Esperto…”.
Dott. Geol. Giovanni Peretti
Il Direttore Responsabile
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