Cari lettori,
questo nuovo numero di “ Neve e Valanghe” esce in piena stagione invernale e purtroppo, come pertriste consuetudine, ci porta a segnalare nuovi incidenti da valanga e nuove vittime. Due escursionisti, impegnati in un’uscita con le racchette da neve nella zona del Gruppo Crostis nelle Alpi Carniche, in Friuli sono morti in valanga l’undici dicembre scorso.
L’analisi statistica dei dati relativi agli incidenti da valanga ci dice che, molto probabilmente, a questo incidente ne seguiranno altri, se è vero che sulle nostre Alpi dal duemila in poi, abbiamo contato mediamente, circa ottanta travolti e una ventina di decessi l’anno.
L’impegno degli uffici valanghe delle regioni e province autonome aderenti ad Aineva è quindi sempre alto e proporzionato alla responsabilità che deriva dall’essere consapevoli che le azioni mirate alla prevenzione che giornalmente vengono messe in campo, possono contribuire sensibilmente a ridurre il drammatico bilancio di morti e feriti da valanga con il quale ogni anno siamo costretti a confrontarci.
I bollettini, la formazione dei tecnici di settore e la diffusione al pubblico di conoscenze sulle valanghe utili a comprenderne le dinamiche ed i meccanismi di innesco, sono strumenti diversi che concorrono ad elevare la sicurezza in territori difficili e sempre più f requentati da sportivi e turisti.
L’incidente del dicembre scorso ci da un’ulteriore conferma del fat to che nuove categorie di sportivi e appassionati si affacciano al mondo dell’escursionismo invernale. L’uso delle racchette da neve sta infatti incrementando di anno in anno e porta con sè la necessità di diffondere anche tra queste nuove tipologie di “utenti” della montagna, gli elementi di cultura tecnica utili a minimizzare il rischio connesso ad ogni escursione.
Occupiamoci ora di questo nuovo numero di “Neve e Valanghe“ dove, come di consueto, abbiamo cercato di affrontare temi diversi, pur se legati dal denominatore comune della neve e della montagna innevata.
Nel suo scritto, Alessandro Calderoli sviluppa il tema, purtroppo sempre attuale del soccorso in valanga, fornendo importanti indicazioni sulle corrette modalità di scavo da seguire per raggiungere il travolto.
Due gruppi di ricercatori ci espongono, poi, i risultati di alcuni recenti studi sull’andamento delle precipitazioni nevose sulle Alpi italiane e sull’applicazione di tecniche di prospezione dei ghiacciai mediante l’uso combinato di georadar e GPS.
Di particolare interesse è l’esposizione dei r isultati della sperimentazione effettuata sul nuovo modello numerico che l’Istituto federale per lo studio della neve e delle valanghe SLF di Davos sta mettendo a punto per simulare l’evoluzione stagionale del manto nevoso. L’articolo descrive i risultati di un’applicazione seguita durante la scorsa stagione dal Servizio prevenzione valanghe della Provincia Autonoma di Bolzano.
Altrettanto interessante è l’esposizione che Robert Bolognesi sviluppa nel suo articolo sull’utilizzo di profili nivologici semplificati, comparando i risultati di tale tipo di indagine con quelli forniti dalle analisi di tipo tradizionale.
“ Neve e Valanghe”, approfondisce infine il tema affascinante della nivologia e glaciologia delle alte quote himalayane, con un bell’articolo di Massimo Pecci e Giovanni Mortara.
Buona lettura e buon 2006 !
Il responsabile tecnico
Arch. Giorgio Tecilla
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